Stats Tweet

Canzone d'Orlando, La.

Antica canzone di gesta francese, probabilmente opera di un anonimo, pervenutaci in diverse versioni tutte della seconda metà del XII sec. La più importante è quella del manoscritto anglo-normanno di Oxford, a firma di un certo Turoldus che non si sa se fosse l'autore o il suo copiatore. Il poema canta le guerre leggendarie di Carlo Magno in Spagna, sviluppando romanzescamente l'episodio storico della sconfitta dell'esercito franco a Roncisvalle nel 778 ad opera dei Saraceni. La trama narra la vicenda di re Carlo Magno, vittorioso contro gli infedeli dopo sette anni di guerra, in procinto di assediare Saragozza, dove regna Marsilio. A trattare con quel re che ha avanzato offerte di pace, è inviato Gano, uno dei migliori baroni cristiani, il quale obbedisce con rancore all'ordine. Del suo stato d'animo approfittano i Saraceni i quali, facendo leva sui suoi propositi di vendetta, lo inducono al tradimento. Viene escogitato un inganno e, mentre re Carlo sta attraversando i Pirenei per rientrare in Francia, la sua retroguardia, guidata dal prode paladino Orlando, cade nell'imboscata tesale dai Musulmani a Roncisvalle. Costoro, d'accordo con Gano, avevano solo apparentemente deposto le armi ed accettato le condizioni di resa. L'impari lotta si risolve ben presto in una vera strage della formazione franca. Ma prima di morire, Orlando, con il famoso corno, chiama in soccorso le schiere cristiane: esse accorrono, ma troppo tardi per poterlo salvare. Carlo Magno insegue gli infedeli ed il Signore allunga le ore della fatidica giornata, per permettergli di raggiungerli e di vendicare l'onta di Roncisvalle e la morte di Orlando. La sconfitta di re Marsilio coincide con l'arrivo di nuove forze dei Mori, e una seconda e tremenda battaglia si accende. Benché privi della prodigiosa Durlindana, la spada di Orlando, i Cristiani ottengono una sfolgorante vittoria e conquistano Saragozza. Re Marsilio muore e Gano, il traditore, viene giustiziato. Nella lunga canzone, composta di circa quattromila decasillabi, i canoni della vita medioevale, cavalleresca e feudale, hanno la loro celebrazione, come pure i principi religiosi che sfociarono poi nelle crociate e nella liberazione del Santo Sepolcro. È un'opera, quindi, di tipica mentalità medioevale e perfettamente aderente al suo tempo, espressione della tradizione epica popolare.